Tubi catodici speciali per flying-spot scanner

I tubi catodici (CRT) raffigurati in questa pagina sono componenti speciali dedicati all'utilizzo in scanner flying-spot, apparecchiature elettroniche in uso tra gli anni Quaranta e gli anni Settanta che convertivano un'immagine "fisica" -negativo fotografico, diapositiva, microfilm, pellicola cinematografica- in un segnale elettronico analogico che poteva essere trasmesso per televisione o registrato. Il principio del flying-spot scanner elettronico (quello meccanico, o disco di Nipkow, è alla base della televisione appunto meccanica di inizio secolo) è semplice:

sullo schermo di un tubo catodico speciale ad alta risoluzione (elevato numero di righe per millimetro, in alcuni casi più di 100), alta luminosità e ridotta persistenza, scorre un punto luminoso che viene collimato tramite un obiettivo sul piano dov'è collocata l'immagine da scandire. Il raggio che l'attraversa ne risulterà più o meno attenuato a seconda della densità del punto attraversato: in altre parole, uscirà più forte nei punti chiari e più debole nei punti scuri, che assorbono più luce. Una fotocellula o, meglio, un tubo fotomoltiplicatore (a destra nell'immagine) converte la luce in uscita in un segnale elettrico, di intensità inversamente proporzionale alla densità dei vari punti dell'immagine. Questo metodo di scansione è stato utilizzato principalmente per convertire in video le ordinarie pellicole cinematografiche, tramite apparecchiature genericamente chiamate "Telecine", ma ha avuto anche altre interessanti applicazioni tra cui l'invio di immagini fotografiche acquisite da satelliti o sonde spaziali e la digitalizzazione di microfilm (sistemi FOSDIC). Ad esempio le prime immagini della faccia nascosta della Luna raccolte dalla sonda sovietica Luna 3 nel 1959 sono state trasmesse proprio con un flying-spot scanner. Non esistendo in quegli anni telecamere sufficientemente affidabili per l'impiego in ambienti estremi com'è lo spazio, la sonda era equipaggiata con una normale macchina fotografica a pellicola: quest'ultima, una volta scattate le foto, veniva sviluppata automaticamente all'interno della sonda stessa, quindi i negativi venivano trasmessi a Terra con un segnale video modulato in frequenza simile a quello impiegato nelle trasmissioni telefax e telefoto dell'epoca. I sovietici, esperti di reverse engineering, avevano realizzato la speciale pellicola resistente alle radiazioni riproducendo le caratteristiche di quelle recuperate da alcuni palloni sonda americani caduti nei primi anni Cinquanta sul territorio dell'URSS (vedi: https://www.damninteresting.com/faxes-from-the-far-side/, oppure questa pagina). Durante gli anni Sessanta e Settanta apparecchi telefoto basati su flying-spot scanner sono stati utilizzati da alcune agenzie di stampa, ad esempio l'Associated Press.

Vedi: http://www.earlytelevision.org/rank_cintel_crt.html.

Vedi: http://www.extra.research.philips.com/hera/people/aarts/_Philips%20Bound%20Archive/PTechReview/PTechReview-18-1956_57-193.pdf.

Vedi (FOSDIC): http://retrotechnology.com/pdp11/exhibit/NBS_scanner_infoage_1.htm.

Tubo RCA 5ZP16 (circa 1955). Diametro 5 pollici, deflessione elettrostatica, risoluzione superiore a 1.000 righe.

Tubo 4LK1 di fabbricazione sovietica, primi anni Ottanta, diametro 36 millimetri (lunghezza 340 mm), deflessione elettromagnetica, risoluzione 50 righe/millimetro. Non richiede l'impiego di un obiettivo collimatore in quanto la collimazione avviene tramite una "testa" a fibre ottiche posta immediatamente di fronte allo schermo.

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